:: STORIA    
 

DEMONI ED ESORCISTI
Luigi la Gloria

     
 

Anche se con differenti denominazioni, nelle culture di quasi tutti i popoli ritroviamo demoni ed esorcisti. Infatti, nella mente dell’uomo è stata presente, fin dagli albori della sua storia, una qualche intuizione a riguardo dell'esistenza di spiriti maligni da cui difendersi, liberarsi, o da ingraziarsi.
Una delle figure nelle quali si incarnano le forme di religiosità più antiche è rappresentata dallo sciamano. Questa sorta di guida spirituale, intermediario per antonomasia tra la terra e il soprannaturale, trova le sue origini nelle società primitive fondamentalmente per dare soluzioni alle problematiche di base della sopravvivenza. Non ha né leggi nè templi ma fonda le sue basi proprio sull'incontro diretto con gli spiriti in una sapienza antica in cui medicina, magia e mistica sono intrecciate inestricabilmente. I suoi metodi sono così primordiali e assoluti da presentarsi del tutto simili in diverse parti del mondo presso popolazioni mai venute in contatto tra loro, come gli indios del rio delle Amazzoni e gli aborigeni australiani. Lo sciamano dunque, per quella sua capacità di interazione diretta con il mondo invisibile, può, per alcuni aspetti, essere considerato l’antesignano dell’esorcista. 

In quasi tutte le religioni più evolute il fenomeno della possessione è considerato un evento funesto con alcune rare eccezioni nell’induismo quando, per esempio, si crede che la dea Kali possa entrare nei corpi dei fedeli. Sebbene questo accadimento venga giudicato segno di santità, pur tuttavia qualora lo spirito, dopo qualche tempo, rifiuti di andarsene viene interpellato l'esorcista del villaggio allo scopo di farlo allontanare.
Nella religione ebraica si trovano cenni sulla possessione da parte di uno spirito maligno chiamato Dybbuk, un’entità fuggita dalla Geenna, che può essere scacciato solo grazie a un rito religioso. Anche nell'Islam si conoscono pratiche esorcistiche contro la possessione da parte di spiriti maligni chiamati Jinn o Djinn oltre, naturalmente, a Shaitan, Satana.

Per quanto riguarda il Cristianesimo, nei primi tre secoli dopo Cristo tutti i cristiani esercitavano, o comunque erano autorizzati a esercitare, l’esorcismo in quanto si riteneva che ogni fedele avesse ricevuto da Cristo stesso questo potere.
Tertulliano infatti (155 - 230 d.C.) parla in più occasioni dell’efficacia con cui i seguaci di Cristo scacciano i demoni sia dai corpi dei loro fratelli che dei pagani non convertiti. Egli, inoltre, allarga il concetto di esorcismo e suggerisce che, in Suo nome, vengano effettuate benedizioni anche nella vita sociale con lo scopo di debellare l’idolatria e il culto del Maligno.
E ancora Cipriano (210 - 258 d.C.) più tardi afferma: “Vieni a udire con i tuoi propri orecchi i demoni, vieni a vederli con i tuoi occhi nei momenti in cui, cedendo ai nostri scongiuri, ai nostri flagelli spirituali e alla tortura delle nostre parole, essi abbandonano i corpi dei quali avevano preso possesso.”
Con Costantino e Teodosio il cristianesimo diventa la religione ufficiale prendendo il sopravvento sul paganesimo ed ecco emergere due fondamentali figure del mondo cristiano: S. Martino di Tours (316-397 d.C.) e San Benedetto (V sec). Con loro il monachesimo si fa parte attiva nello scontro sociale e dottrinale contro gli infedeli e proprio l’esorcistato diviene uno dei ministeri che porta i migliori frutti sia in guarigioni che in conversioni. La battaglia per liberare l’umanità dal temibile laccio di Satana diviene lo scopo primario dei monaci che, terminate le epoche dei martìri e delle persecuzioni, si configurano come veri soldati di Cristo. Si è detto che fino a quell’epoca tutti i cristiani avevano mantenuto la facoltà, nel nome di Gesù, di scacciare i demoni ed di operare guarigioni ma i monaci in quel periodo, interpretando rigidamente le Scritture, evocarono esclusivamente a sé il diritto di quella pratica.
Così ebbero la loro origine gli Esorcisti, inseriti nel sacramento dell’Ordine come uno degli ordini minori che perdurerà fino alla metà del XX secolo quando verrà abolito dalle riforme del Concilio Vaticano II (1962-1965).
Via via nel tempo le norme e le regole a riguardo si perfezionarono. Nel 416 papa Innocenzo I, all’interno del suo riordino dottrinale della Chiesa di Roma, stabilisce che tale pratica debba sempre essere eseguita dietro specifico ordine vescovile. Nonostante ciò nella Chiesa Ortodossa l’esorcistato continua ad essere considerato un carisma, una capacità personale di ogni fedele, particolarmente degli uomini e delle donne propensi a questa forma di apostolato e come tale continua ad essere esercitato da chi ne senta la spinta.

Al contrario in occidente l’esorcismo diviene il sacramentale amministrato solo dai Vescovi o da sacerdoti autorizzati, mentre al singolo o al gruppo viene lasciata solo la possibilità di recitare la preghiera di liberazione allo scopo di allontanare l’influenza del Maligno.
Ben presto ogni luogo di culto viene dotato di un esorcista a disposizione dei fedeli e indirettamente si istituisce una specie di apprendistato, con formazione sul campo, nella quale il sacerdote giovane acquisisce conoscenze e metodi del Ministero assistendo il sacerdote anziano.
Si deve però arrivare al VI secolo con gli Statua Ecclesiae Antiquae per ritrovare la prima formula ufficiale per l’ordinazione di un esorcista. Inoltre vengono ad essere strutturati diversi formulari da utilizzare nel rito, tra cui quello di Alcuino dell’804, che saranno successivamente inseriti nel Messale Romano ed infine nel Rituale.
E’ in questo periodo, ricco di filosofi e pensatori, che riemerge il pericolo del dualismo manicheo e, nonostante la denuncia fattane dal Pontefice nel Sinodo di Praga del 560, tale corrente di pensiero continuerà ad esistere fino a sfociare nelle eresie dei Catari e degli Albigesi. Allora gli esorcismi praticati erano molti, non visti di buon occhio dal popolo, ma non furono mai messe in atto persecuzioni contro maghi, nè streghe e fattucchiere, come a quel tempo veniva definito chi praticava arti magiche o si dedicava in qualche modo alla cura dei malati. Nè ci fu accanimento contro i cosiddetti invasati con l’accusa di essere in combutta con il demonio perchè allora l’unico pericolo che preoccupava veramente il papato erano le tante eresie.

La svolta avvenne nel 1231 con l’istituzione del Tribunale dell’Inquisizione da parte di papa Gregorio IX. Sebbene nelle intenzioni del papa questa misura repressiva fosse nata per contrastare la crescente eterodossia in varie comunità cristiane d’Europa, con il passare del tempo l’Istituto passò a rivolgere le sue attenzioni a tutto ciò che, agli occhi degli zelanti inquisitori, appariva “diverso” o contravveniva alle regole imposte. In quello che presto era diventato un opprimente clima di repressione e “caccia alle streghe”, bastava infatti manifestare il più lieve sintomo di squilibrio psichico per essere sottoposti ad esorcismi forzati. E in seguito, con l’acuirsi del fervore inquisitivo da parte dei tribunali ecclesiastici, si passò direttamente alla condanna e, in taluni casi, al bruciare sul rogo nella pubblica piazza.
Si arriva così al 1252, quando papa Innocenzo IV autorizza la tortura contro gli eretici e poi al pontificato di papa Giovanni XXII, nel 1326, durante il quale si assisterà alla più grande strage di streghe della storia. Con il diffondersi, poi, delle grandi epidemie dal 1340 al 1450, si fa largo l’idea della peste nera come punizione divina e nasce il fenomeno della demonizzazione di tutto ciò che può essere causa di sofferenza e morte. E’ così che, alla figura dell’esorcista guaritore di anime, succede quella dell’inquisitore tanto che, dal XVI al XVIII secolo, gli esorcismi non vengono quasi più praticati ma si tenta di risolvere ogni atteggiamento sospetto direttamente con una condanna al rogo.

Qualche anno dopo il Concilio di Trento, nel luglio 1548, l’Imperatore Carlo V, persuaso che il Male avesse ormai raggiunto il culmine della nefandezza, promulga un editto che ha come finalità la riforma del Rituale dell’Esorcismo.
E’ di quel periodo il caso di Suor Giovanna Fery, 1585, delle Suore Nere di Mons in Francia, accusata di avere rapporti sessuali con il demonio. Il suo caso è passato alla storia perché, dopo essere stata accusata di stregoneria e condannata al rogo, l’Arcivescovo Luigi de Berlaymont le concesse di essere sottoposta a un esorcismo che condusse personalmente. Il rito ebbe esito positivo e la donna potè fare ritorno al suo monastero. Questo è ricordato come un caso senz’altro emblematico considerando che quella era l’epoca in cui l’Inquisizione commetteva crimini di efferatezza sconvolgente, con la benedizione della chiesa.

Se nel cattolicesimo era previsto l’intervento di un esorcista in caso di possessione, dopo la riforma di Lutero il protestantesimo non prevedeva più questo rito e così a più d’una malcapitata accadde di essere direttamente mandata al rogo come strega. L'ultima condanna a morte in Europa fu quella di Anna Göldi, arsa viva nel 1782 a Glarona, in Svizzera.

Dal XVIII secolo fino ai giorni nostri lo scenario cambiò radicalmente; con il razionalismo, l’illuminismo e il progresso scientifico finalmente si pose fine alle persecuzioni, aprendo vie alternative all’interpretazione del comportamento umano.

Così di colpo tutto ebbe fine. E non accadde che alle torture venissero sostituiti nuovamente gli esorcismi, come ci si sarebbe aspettato. La reazione fu più radicale: si passò, da una sorta di globale demonizzazione, al quasi totale silenzio. Per 1700 anni l’esorcismo era stato alla base dell’apologetica cristiana e di colpo, come se l’imbarazzo avesse preso il sopravvento, la Chiesa sembrò quasi relegarlo al piano dell’occulto.
Uscita nr. 31 del 20/03/2012